lunedì 28 maggio 2012

Qui si balla

Si sa, qui a Modena si balla ormai da più di una settimana - vale la pena ricordarlo ogni tanto, meglio se sempre -  non accenna a smettere e si convive con la paura. Almeno in città è solo questo - ben altro nella nostra bassa - e tutto continua quasi come prima.
Perciò è di altro ballo che qui parlo e fotografo.
Il saggio di una qualunque scuola di danza di una qualunque città è certamente qualcosa di scarso interesse per chiunque non ne sia direttamente coinvolto. Per noi il debutto sul palcoscenico della piccola di casa è stato qualcosa di travolgente. Soprattutto conoscendo i suoi precedenti nel rapporto esibizione/pubblico.
Lei, piccola e grandissima, ha saputo fare della paura uno stimolo e ha vinto.








mercoledì 16 maggio 2012

inQuadrature

All'inizio del mio fotografare consapevole ho avuto un periodo in cui davo forma quadrata ai miei scatti. Non era perfetta (la regola dei terzi è arrivata dopo un po') e perciò il periodo è presto finito. Sono passata al rettangolo classico, poi al libero ed esasperato poi al 16:9 - colpa della tv di sicuro.
Ora mi è tornato il trip del quadrato però più evoluto e dev'essere colpa degli smartphone e di Instangram che non ho ma che è sostituibile (anche da Lightroom).



sabato 12 maggio 2012

I ciclisti quando aspettano

Faccio una premessa. Non sono andata a vedere la partenza della tappa del Giro d'Italia da Modena perché sono un'appassionata di ciclismo. Ci sono andata perché sono un'appassionata di persone. E quest'evento sapevo avrebbe convogliato nello stesso luogo una folla di volti, espressioni, gestualità. Persino parole, anche se fotograficamente non sono trasmissibili. Mi sono divertita molto e ce ne sarebbero da raccontare.
Mi soffermo qui sul particolare dell'attesa. Cosa fanno i ciclisti quando aspettano di partire per una tappa?
Ero in una posizione privilegiata, proprio in quel tratto di strada transennato si è riunito il gruppo per la partenza e per un tempo che non saprei quantificare ho potuto osservarli e ascoltarli - e fotografarli.
"Sono così vicini che potrei contargli i brufoli" devo aver detto in un tweet. Anche perché sono tutti giovanissimi, almeno il gruppetto proprio davanti a me era composto da ragazzini. Così mi davano l'impressione di essere.
Ed era un fiorire di idiomi, perché loro chiacchierano, si chiamano, sorridono in tutte le lingue del mondo come farebbe qualunque ragazzino. E rispondono ai richiami dei tifosi, salutano, pazientemente firmano autografi.
Si stiracchiano, guardano avanti, controllano i freni, i raggi. Pensano. E poi ancora chiacchierano. Sempre in maniera così ben educata e composta che quasi non credi che siano dei ragazzini.
Da mamma, come potrei essere loro, mi auguro, o mi illudo, che abbiano sempre cura di loro stessi.








mercoledì 2 maggio 2012

Il sole in faccia

Ieri era il 1° maggio, tante idee affogate nella pioggia e nel mal di testa.
Stamattina il sole aveva il colore e la forza di una medicina, il richiamo di tante sirene.