mercoledì 13 giugno 2012

Volevo guardare il mio dolore in faccia

Fin da subito, fin dai primi giorni in cui il terremoto ha deciso di cambiare irreversibilmente le nostre vite di emiliani, ho sentito forte il desiderio di andare nelle zone più colpite per fotografare. Non è curiosità morbosa, non è turismo fotografico. E' un bisogno che nasce dentro, un po' frenato dal pudore e il rispetto per chi la tragedia la vive sulla sua pelle. Guardare in faccia tutto il mio dolore per trarne forza e non dimenticarlo. E trasmetterne l'essenza con i mezzi di cui dispongo. C'è chi scrive, chi trattiene, chi racconta, chi nasconde, chi si attiva. Io fotografo.








Tutte le fotografie del viaggio sono qui



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