giovedì 26 aprile 2012

Bella ciao o Bella belinda?

Qualcuno mi smentisca e sarò contenta di essermi sbagliata, perché ieri, tra gli eventi modenesi per festeggiare il 25 aprile, ho assistito solo alla parte centrale del concerto della banda cittadina e non so nulla del prima e del dopo.
Comunque, canticchiando sugli splendidi temi di Simon & Garfunkel e sorridendo sulle note di un Gianni Morandi sempreverde, abbiamo atteso invano di cantare a squarciagola Bella ciao, chessò magari di indovinare il testo di Fischia il vento. E trattenere - inutilmente - le lacrime all'Inno di Mameli (ma questo l'hanno suonato, io non c'ero ma non può essere che non l'abbiano suonato).
Mi sarebbe piaciuto raccontare ai miei figli di 25 aprile e di liberazione anche con i mitici canti dei partigiani.







2 commenti:

  1. ora che i miei figli sono grandi, mi rendo conto di non aver saputo trasmettere loro tutti quei valori che a me sono stati trasmessi a suo tempo (anche se più dalla società che dalla famiglia).
    In verità non ho mai dato peso a queste cose, ma ora soffro vedendo quanto i miei figli si sentano poco italiani e ne capisco l'importanza

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    1. Mio figlio più grande, che ha 12 anni e mezzo, non ha più tanta voglia di venire in giro con noi e solitamente lo lasciamo libero di rimanere a casa o di stare a giocare con i suoi amici. Ma ieri gli ho quasi imposto (però è bravo, ha capito e non ha contestato) di partecipare alla spedizione in città.
      A fine serata gli ho fatto leggere i titoloni del Fatto Quotidiano on line, che parlavano di liceali di varie città italiane che dimostravano di non avere idea di cosa rappresentasse il 25 aprile. E' per questo, gli ho detto, che ho voluto farlo partecipare.

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